Il progetto nasce dal sentimento di scoperta e dall’esigenza di trovare nuovi spazi e nuovi punti di vista all’interno di un centro abitato generico.
Un breve viaggio alla scoperta della città di Rimini, non più raccontata tramite i simboli.
Non è la sua identità stereotipata ad essere la protagonista questa volta.
Il mio spostamento nello spazio è avvenuto senza nessuna meta precisa e l’occhio non era mai puntato frontalmente ma volto a ciò che trovavo dietro l’angolo.
Attraverso una specifica disposizione ed a uno specifico contesto, forme geometriche semplici prendono nuove sembianze e danno vita a nuovi soggetti.
Anche luci e ombre, riflessi di superfici lucide e sottopassaggi, creano ambientazioni teatrali, ciò che è piccolo diventa grande e viceversa.
Invito chi si trova immerso in una giungla monotona a fermarsi e cambiare prospettiva e quindi direzione, sorprendendosi di ciò che trova dietro l’angolo.
Il lavoro richiama il lavoro che Eugene Atget fece sugli angoli di Parigi. La riscoperta dell’angolo come luogo non più marginale ma soggetto definitivo dello scatto.
Il progetto propone una precisa visione dell’elemento dell’angolo.